L'agente di Commercio è una figura lavorativa autonoma molto ricercata perché lega i propri guadagni ai risultati di vendita per l'azienda mandante. 
Non è inusuale però, che all’inizio di una collaborazione, si scelga di utilizzare il contratto di procacciamento, dal momento che spesso viene considerato più semplice, snello e soprattutto meno oneroso per entrambe le parti.
Esistono però delle differenze tra Procacciatore D’Affari e Agente a cui bisogna prestare attenzione: una scelta sbagliata potrebbe costare molto cara esponendo entrambi al pagamento di sanzioni e di indennità.
La principale differenza sta nell’occasionalità della prestazione: il Procacciatore è legato infatti ad una prestazione occasionale, non assume alcuna obbligazione rispetto alla conclusione del contratto tra le parti e la sua attività consiste esclusivamente nel promuovere e segnalare al preponente eventuali clienti interessati ad un’opportunità commerciale.
L’agente invece è vincolato con l’imprenditore, è obbligato a favorire in modo stabile e continuativo, nell’interesse di una parte, la conclusione di contratti in una specifica area territoriale; può farlo per una o più aziende ma non in concorrenza tra loro ed è inoltre vincolato ad operare su una zona (o insieme di clienti) specifica e definita nel contratto e deve fornire al mandante le informazioni relative alle condizioni di mercato. 
Quindi gli aspetti dell’attività di procacciamento, quali l’occasionalità e l’assenza di vincoli con il preponente, sono in contrasto con l’attività di agenzia.
In relazione al rapporto tra queste figure, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha evidenziato che se il procacciatore (in quanto tale) opera stabilmente con un preponente si configura allora un rapporto d’agenzia, che esula dall’applicazione della legge 39/89 e dal D.lgs 59/2010.
Attenzione quindi alla formula contrattuale e se siete in dubbio affidatevi ad un professionista!